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Sissako presiede la giuria del FCAAAL

Sarà il regista mauritano Abderrahmane Sissako, nominato agli Oscar 2015 per il Miglior film straniero con Timbuktu e vincitore di 7 Césars per lo stesso film, a presiedere la giuria della 25ma edizione del Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina di Milano, che si svolgerà dal 4 al 10 maggio.

Tra gli ospiti d'eccezione del festival anche il regista haitiano RaulPeck, che porterà al festival, in anteprima italiana, il suo ultimo film: ambientato a Port au Prince dopo il terremoto, Meurtre à Pacotè la storia di una coppia fino a quel momento privilegiata, costretta a fare i conti con le drammatiche contraddizioni della società haitiana.

[Maria Coletti]


Torna il Rendez-vous con il cinema francese

Al via, dall'8 al 12 aprile 2015, a Roma, la quinta edizione di Rendez-vous, appuntamento con il nuovo cinema francese, il festival dedicato al nuovissimo cinema d'Oltralpe, che si presenta con un'ondata di titoli che ne testimoniano non solo la vitalità ma un'energia dirompente.
La selezione presentata per questa Va edizione mostra titoli inventivi, radicali, ma anche capaci di un linguaggio universale che tocca il pubblico. Accostamenti audaci di generi, nomi affermati e giovani promettenti: un cinema di frontiere, se per frontiera si intende un luogo di passaggio che sia temporale, di identità, di crescita personale, di futuro e memoria.
Per festeggiare la Va edizione, due ospiti speciali che condividono la passione e un legame forte con l'Italia: Fanny Ardant e Robert Guédiguian.

Tra i film in programma segnaliamo AU FIL D'ARIANE di Robert Guédiguian, che sarà proiettato sabato 11 aprile alle ore 15 alla Casa del cinema e in cui ritroviamo molti degli attori feticcio di Guédiguian, come Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin, ma anche il convincente Youssouf Djaoro, interprete dello splendido Daratt di Mahamat Saleh Haroun.

Sempre a proposito di attori africani o afrodiscendenti, segnaliamo la proiezione del film SAMBA di Éric Toledano e Olivier Nakache, prevista domenica 12 aprile alle ore 21.15 alla Casa del cinema, una nuova collaborazione fra il duo Nakache/Toledano e il talentuoso Omar Sy, accanto a nomi di punta come Charlotte Gainsbourg, Tahar Rahim (Il profeta, Les Hommes libres, Un amico molto speciale) e Issaka Sawadogo (Si le vent soulève les sables, L'Envahisseur, Diego Star).

[Maria Coletti]

Un fumetto e un film per raccontare l'immigrazione

Se ti chiami Mohamed, traduzione di Les Mohamed, è un romanzo grafico di Jérome Ruillier che arriva in Italia in questi giorni grazie alla casa editrice Il Sirente con il patrocinio di Amnesty International Italia.
Basato sulla raccolta di testimonianze del documentario e del libro di Mémoires d'immigrés di Yamina Benguigui, il volume di Ruillier, tradotto da Ilaria Vitali, ricostruisce con semplicità e immediatezza la storia dell'immigrazione maghrebina in Francia dal 1950 a oggi.
"Il clima nauseabondo creato da alcuni partiti politici e l'abuso di stereotipi mi ha fatto venire voglia di cominciare questo lavoro sulla storia dell'immigrazione maghrebina che fa integralmente parte della storia della Francia - spiega il disegnatore -. "Non ho legami particolari con la storia del Maghreb, a parte che mio padre ha fatto la guerra di Algeria - racconta ancora l'autore nato nel 1966 in Madagascar - Ma sono stato fortemente attratto dalle testimonianze di Yamina Benguigui. Lei riesce a dar voce alle persone, a mettere gli esseri umani dove altri mettono i numeri". "
Fonte: Ansamed (Francesca Bellino)

[Maria Coletti]

Squola di Babele: in sala dal 23 aprile

Dopo il giro del mondo arriva anche in Italia l'ultimo film di Julie Bertuccelli, uno sguardo delicato e poetico oltre i pregiudizi, un tributo all'innocenza e alla forza di cambiare: SQUOLA DI BABELE (LA COUR DE BABEL).
24 studenti, 24 nazionalità: sono irlandesi, senegalesi, brasiliani, marocchini, cinesi... Hanno tra gli 11 e i 15 anni e sono appena arrivati in Francia. Per un anno staranno insieme nella classe d'accoglienza di una scuola parigina.
In questo microcosmo tutti esprimono appieno la loro innocenza, l'energia e le loro contraddizioni, animati dal desiderio di cambiare vita e di vivere insieme, sconvolgendo le nostre idee e facendoci credere che un futuro migliore è possibile.
Dal 23 Aprile in sala con Kitchen Film.

Ecco il link alla nostra recensione del film:
http://www.cinemafrica.org/page.php?article1414

[Maria Coletti]

Rivoluzione Zanj on demand dal 18 aprile

Dal 18 aprile sul canale on demand di FilmTv sarà possibile guardare in streaming un bellissimo film, presentato al Festival di Roma nel 2013 ma mai distribuito in sala e dunque pressoché inedito in Italia: Rivoluzione Zanj del cineasta algerino Tariq Teguia.

Storia e realtà sono un po' più complesse dei titoli di giornali. Ad esempio: mai sentito parlare degli Abbasidi? Della loro eredità simbolica narra Rivoluzione Zanj, storia di un giornalista di Algeri, Ibn Battuta che mentre indaga sui conflitti sociali e interetnici algerini trova le tracce delle antiche e dimenticate rivolte degli “Zanj”, schiavi africani di origine subsahariana, contro il califfato degli Abbasidi, avvenute in Iraq tra l'VIII e il IX secolo.

Cosi FilmTv presenta la diffusione in streaming del film:

“In modo non del tutto narrativo il film racconta della memoria offuscata di un passato che pare sopravvivere nella luce confusa del mito, e invece fu realtà. Ma attraverso la spettrale recherche del giornalista, riflette sulle “rovine del contemporaneo” (specie a livello di immaginario, citando il suo maestro Godard), sul sogno infranto del panarabismo, sull'aspirazione a una rivolta nuova, questa volta culturale, minacciata dal sempre più incipiente caos mediorientale e dal capitalismo occidentale.
Rivoluzione Zanjè un film diverso da quelli ai quali ci abitua il cinema più convenzionale. Per questo è da non perdere.”

Qui il link a FilmtVOD:
http://streaming.filmtvod.com/

[Maria Coletti]

Romacinemafest 8. La Cour de Babel

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In vista dell'uscita nelle sale italiane dal 23 aprile per Kitchen Film, ripubblichiamo la recensione scritta da Francesca Iannantuoni in occasione della sua presentazione all'ottava edizione del Festival di Roma.

***
In collaborazione fra l'ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma ed Alice nella città, troviamo il film documentario fuori concorso della regista francese Julie Bertuccelli, La Cour de Babel.

La documentarista e figlia del regista Jean Louis Bertuccelli, debutta al cinema a Cannes nel 2003 con il film vincitore della Semaine de la Critique, Da quando Otar è partito. Dopo sette anni la ritroviamo a dirigere L'Albero, ed ora questo delizioso documentario, nato da un incontro avvenuto con la stessa classe alla premiazione di un festival del cinema per ragazzi. La sua caratteristica è quella di raccontare in modo leggero argomenti non propriamente semplici.

Tunisia, Senegal, Irlanda, Brasile, Serbia, Cina, sono solo alcuni dei tanti paesi di provenienza dei protagonisti di questa pellicola. Sono tutti adolescenti dagli 11 ai 15 anni che si trovano a frequentare una classe di inserimento in una scuola media parigina. Impariamo a conoscere i personaggi e le loro storie tramite interviste dirette, colloqui con le famiglie e momenti di vita in classe. In 89 minuti vengono raccontate ed affrontate con semplicità e chiarezza una miriade di tematiche che possono essere racchiuse in un'unica parola: “differenze”.

Anche se diversi tra loro per esperienze e per storie di vita vissuta, ora si trovano tutti ad affrontare le stesse problematiche: la lingua, la cultura, la religione, l'integrazione e l'inserimento in un altro paese. Tra di loro non ci sono solo i rifugiati politici, i perseguitati dalla guerra e quelli sommersi della povertà, ma anche i sognatori, e quelli che hanno scelto la Francia per avere maggiori possibilità professionali, per seguire la loro passione ed il loro sogno.

Tutte le difficoltà vengono amplificate dalle complicate storie personali e familiari. Il dato che li accomuna tutti è spesso la mancanza di riferimenti. Molti vivono senza famiglia perché affidati a parenti o ad amici, altri vivono con un genitore perché divorziati o perché rimasti a vivere nel loro paese di origine. Alcuni si trovano comunque da soli a gestire la casa e loro stessi perché i genitori lavorano tutto il giorno per poter vivere. Sembra quasi l'unico posto dove si incontrano i sogni e le speranze di una vita futura migliore da quella vissuta fino ad ora. Un luogo in cui i sogni potrebbero diventare realtà. Ed è per questo che si creano inevitabili legami ed affezioni fra di loro e con la tutor che in molti momenti, oltre ad essere un'insegnante, diventa per ognuno un punto di riferimento.

Ogni blocco di interviste che si svolge all'interno della classe è intervallato da uno stacco all'esterno. I mutamenti dell'albero nel cortile della scuola evidenziano il trascorrere delle stagioni. Il documentario si apre con il primo giorno di scuola degli alunni, partendo da una parola semplice detta e scritta in tutte le loro diverse lingue “buongiorno”. Una parola semplice che dovrebbe mettere tutti d'accordo, invece è il primo momento di litigio, per la diversità di utilizzo e significato.

Drammatiche riflessioni travestite da esilaranti momenti ci portano a percorre un anno di vita scolastica di questi alunni tanto particolari, quanto speciali, ricchi di esperienze e storie tanto diverse, ma spesso molto simili. Tutto per un'inevitabile riflessione di quanto sia importante ed obbligato questo passaggio verso l'integrazione.

Un documentario molto bello, raccontato con una semplicità ed una leggerezza unica, per un argomento così complicato e difficile da gestire. Tutti dovrebbero prendere esempio dallo splendido lavoro di integrazione fatto da una nazione non molto lontana dalla nostra.

Francesca Iannantuoni | 8. Festival Internazionale del Film di Roma

La Cour de Babel (School of Babel)
Regia: Julie Bertuccelli; fotografia: Julie Bertuccelli; musiche: Olivier Daviaud; montaggio: Josiane Zardoya; origine: Francia, 2013; formato: 35 mm, colore; durata: 89'; produzione: Les Films du Poisson & Sampek Production; distribuzione: Pyramide Films.

Home – A casa (Home)

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Anche nello spazio può essere difficile trovare la propria patria, il luogo da considerare come la propria casa. E così ecco il piccolo Oh, un membro della specie dei Boov, popolo nomade perché perennemente in fuga dai Gorg, loro nemici giurati. L'ultimo trasloco dei Boov li ha portati sul pianeta Terra. Oh spera che sia l'inizio di una nuova vita, fatta di socialità e di amicizia, ma il resto della sua specie non la pensa come lui. Per di più, Oh commette un errore che rischia di mandare a monte l'intera colonizzazione e deve scappare per non essere arrestato. S'imbatte così in Tip, unica ragazzina scampata insieme al suo gatto Pig al concentramento coatto del genere umano in Australia e, per questo, alla disperata ricerca di sua madre Lucy. Dopo un'iniziale diffidenza, i due diventano compagni di viaggio, sulla rotta per il ritrovamento della mamma di Tip e forse, davvero, di una nuova vita, in cui tutti gli esseri siano liberi di muoversi, di mescolarsi e di valorizzare le proprie differenze.

In barba a Salvini, la morale di Home, questa favola fantascientifica di animazione, sembra essere: "Migranti di tutto l'Universo unitevi e soprattutto mescolatevi!". Rivelando quanto possa essere difficile a volte accogliere, ma insieme quanto sia l'unica cosa sensata da fare, se si vuole vivere - e non solo sopravvivere - per godere in modo pieno e gioioso ogni istante della propria vita.

Il film mescola un punto di vista da romanzo di formazione - sia Tip che Oh devono diventare in qualche modo "adulti", superando ostacoli e trovando il proprio posto nel mondo - con riferimenti contemporanei di grande attualità, come la migrazione di chi cerca di avere un futuro migliore, la continua ricerca di una nuova patria da parte di chi emigra, la difficoltà di inserimento, i campi di concentramento o di raccolta. La stessa Tip viene presentata all'inizio del film e poi più volte, attraverso la trovata del filmino ripreso con il cellulare, come una immigrata dalle Barbados (come lo è la stessa cantante Rihanna, che le presta la voce nella versione originale, mentre è Jennifer Lopez a dare la voce alla madre Lucy). I due protagonisti - l'afrodiscendente Tip e l'alieno Oh - sono dunque personaggi in cerca di integrazione e soprattutto di interazione e di relazioni solidali.

Se da un lato il riferimento alla colonizzazione e ai campi di raccolta può far pensare, seppure in maniera più soft, alle grandi questioni irrisolte del conflitto israelo/palestinese, dei campi attrezzati per Rom e dei Cie per gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste, dall'altro i caratteri di Tip e Oh, pure agli antipodi (coraggiosa e intraprendente lei, pauroso e remissivo lui), sono quelli di due esseri entrambi in qualche modo refrattari alla legge del più forte, all'omologazione e alla produttività. Tip racconta dei problemi di inserimento a scuola, la fatica per essere accettata e "integrata", Oh si racconta di essere amico di tutti, quando in realtàè il classico "scemo del villaggio" solo perché un puro di spirito alla ricerca dell'amicizia.

Homeè poi una grande metafora dell'immaginario contemporaneo in cui tutti i riferimenti occidentali più noti (la Statua della Libertà, la Tour Eiffel, la Torre di Pisa, i mulini a vento) e le opere d'arte del mondo occidentale (la Cattedrale Notre Dame, il quadro Notte stellata di Van Gogh, tanto per citarne alcune) si trovano come per incanto sospesi e mescolati, grazie alla tecnologia dei Boov, che tanto ricorda i social network e la rete: tutto confuso, tutto mescolato, in un groviglio che può essere modificato a piacimento e messo letteralmente sottosopra.

Come in molte delle fiabe e dei film di animazione contemporanei, inoltre, il cattivo di turno non lo è mai veramente, così anche il capo dei nemici Gorg alla fine svelerà il mistero e la sua reale identità e motivazione, in fondo molto umana: il lato debole, la violenza subita, che spiega la sua apparente malvagità (in modo diverso ma simile alle vicende della strega in Kiriku e la strega Karaba).

Da sottolineare poi la bella novità e la forza comunicativa di un'eroina femminile come Tip che non solo ha la pelle marrone in quanto afrodiscendente, ma ha anche un fisico normale da ragazzina e non da Barbie anoressica. E già queste sono due belle sfide, superate a pieni voti.

Maria Coletti

Home - A Casa (Home)
Regia: Tim Johnson; sceneggiatura: Tom J. Astle, Matt Ember, dal romanzo The True Meaning of Smekday di Adam Rex; montaggio: Jessica Ambinder-Rojas, Alexander Berner; musiche: Joel McNeely, canzoni originali di Rihanna; attori (voci originali): Rihanna, Jennifer Lopez, Jim Parsons, Steve Martin, Matt Jones; produzione: DreamWorks Animation; distribuzione: 20th Century Fox; origine: USA, 2015; formato: 2D e 3D ; durata: 94'

Sosteniamo la campagna Sospesi nel Limbo

E' partito l'11 aprile da Padova il tour della campagna Sospesi nel Limbo, nata dalla collaborazione di ZaLab e LasciateCIEntrare e realizzata con il sostegno di Open Society Foundations.

Il tour toccherà 10 città italiane, 10 giornate ricche di eventi, conferenze, flash mob, spettacoli e proiezioni del film Limbo di Matteo Calore e Gustav Hofer, con l'obiettivo di sensibilizzare pubblico e istituzioni sull' inadeguatezza delle politiche di gestione dei flussi migratori in Italia e sulla necessità di un superamento delle disumane pratiche di detenzione dei CIE.

Dalle note di regia:

Immaginatevi che una delle persone più care con cui vivete - vostro padre, il vostro compagno, vostra madre, un figlio o un fratello - venga improvvisamente prelavata dalla polizia e imprigionata lontano da casa, con il rischio di essere per sempre espulsa dall'Italia, questo non per aver commesso un reato o un atto violento, ma solo per la mancanza di documenti in regola. Un pericolo tanto angosciante quanto reale per le famiglie di molti immigrati inseriti nella nostra società ma in conflitto con la burocrazia.
Questa è la realtà vissuta da Alejandro, Bouchaib, Karim, e Peter, rinchiusi nei C.I.E. (Centri di Identificazione ed Espulsione) di Torino, Trapani e Roma, e delle loro famiglie, che attendono in un limbo di sapere se i propri cari torneranno a casa o saranno mandati via dall'Italia.
Limbo racconta le loro storie di attesa, rabbia e paura, di affetti in bilico tra famiglie e culture diverse. Storie in cui i figli sembrano solo poter subire i destini di sofferenza e assenza dei padri e le donne devono reggere il peso di una legge ingiusta e senza cuore.

A questo link le informazioni sulla campagna e il tour SOSPESI NEL LIMBO:
http://sospesinellimbo.com/

[Maria Coletti]


In sala L'amore non perdona

Adriana è una donna di quasi sessant'anni: francese di nascita, vive da molto tempo in Italia, ha una figlia, un nipote e un lavoro da infermiera nell'ospedale della sua città. Un giorno, in corsia, conosce Mohamed, un giovane arabo di trent'anni: tra i due nasce una storia destinata a dare scandalo. Riusciranno Adriana e Mohamed, così profondamente soli prima di incontrarsi, a difendere il loro amore, a farlo sopravvivere al fuoco incrociato del mondo che li circonda?

Questa la sinossi di L'amore non perdona, in sala dal 9 aprile con Parthenos, che aveva distribuito Io sono Li di Andrea Segre.

Stefano Consiglio, sulle tracce del Fassbinder di La paura mangia l'anima, si mette alla prova con un melodramma contemporaneo sulla possibilità di andare oltre le frontiere stabilite, con due interpreti d'eccezione: Ariane Ascaride (musa di Robert Guédiguian) e Helmi Dridi (Making Of di Nouri Bouzid, Fin decembre di Moez Kamoun, Carmen di Jacques Malaterre, Or Noir di Jean-Jacques Annaud).

[Maria Coletti]

Samba: Omar Sy torna in sala il 23 aprile

Dopo il successo di Quasi amici, Eric Toledano e Olivier Nakache tornano a lavorare con Omar Sy (ormai una star internazionale trasferitasi a Hollywood in pianta stabile) per il film Samba, in uscita il 23 aprile in Italia con 01 in 150 copie. Samba è il nome del protagonista, un ‘sans papier' che vivacchia improvvisando lavoretti, ma alla base c'è anche una storia d'amore.
Dicono i registi: "Immaginavamo che per Samba la gente ci avrebbe aspettati fuori dalla sala per spararci, dopo il successo di Quasi amici, ma non è stato così. Ci sono stati 13,5 milioni di ingressi per una tematica, quella dei sans papier, non amata in Francia. Non è male, calcolando che in pratica è il quinto film del box office su oltre 500 realizzati quest'anno”.
Fonte: Cinecittà News

[Maria Coletti]

Souleymane Cissé torna a Cannes

A sei anni dalla sua ultima presenza al Festival di Cannes, dove aveva presentato nel 2009 Min ye, dopo un lungo silenzio, il regista maliano Souleymane Cissè - tra i più importanti maestri cinematografici del continente africano - torna sulla Croisette con il film Oka, presentato fra le proiezioni speciali del cartellone della sessantottesima edizione del festival.

[Maria Coletti]

L'amore non perdona

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Nel panorama del cinema italiano occupato dalle commedie, cercano di farsi largo alcuni film indipendenti tra i quali L'amore non perdona di Stefano Consiglio. Uscito da poco in Francia, il primo film di finzione del regista romano è arrivato sugli schermi italiani il 9 Aprile. L'amore non perdonaè una coproduzione franco/italiana e i due protagonisti sono l'attrice francese Ariane Ascaride ed il giovane attore tunisino Helmi Dridi, arrivato in Francia dopo l'esperienza a teatro e in seguito alla partecipazione in due film del regista Nouri Bouzid (Poupées d'Argile e Making of).

L'amore non perdona sembra una prosecuzione del lavoro iniziato da Consiglio con il documentario del 2009 L'amore e basta che racconta dell'amore omosessuale cercando di scardinarlo dai pregiudizi e dai luoghi comuni. Con il suo ultimo film, Consiglio affronta una storia d'amore nella quale emergono diversi pregiudizi da scardinare.

Il film inizia con un incontro, un colpo di fulmine tra Adriana (Ariane Ascaride), infermiera franco/italiana sessantenne e Mohamed (Helmi Dridi), operaio trentenne di Tangeri. Adriana vive sola, è vedova, ha una figlia, Maria Ida (Francesca Inaudi) e un nipotino: un'esistenza calma e serena che scorre sempre uguale nella quotidianità. L'incontro con Mohamed rimette in moto la vita di Adriana costringendola a fare i conti con sé stessa e l'immagine che la donna ha di sé, con l'amore, la passione, i pregiudizi, l'egoismo della figlia, la paura dell'abbandono, la solitudine.

L'amore non perdona racconta un incontro e tutte le conseguenze che ne scaturiscono in quanto il rapporto tra Adriana e Mohamed è fuori dagli schemi imposti dalla statica e decadente società in cui viviamo. Il tentativo che sembra perseguire Consiglio è quello di mettere lo spettatore di fronte a delle situazioni intrise di pregiudizi che poi smonta sistematicamente uno ad uno.
Il regista non porta mai la storia sulla strada che apparentemente sembri stia per prendere, ma svolta sempre lasciando lo spettatore sorpreso e solo con il sospetto di non essere al di sopra dei pregiudizi che emergono nel corso del film. Il primo elemento inaccettabile per la famiglia e gli amici è la differenza d'età, il secondo è la provenienza di Mohamed, un immigrato che sicuramente sta cercando di raggirare Adriana. La figlia non perdona la madre, la isola, ma Adriana resiste, non cede nonostante i dubbi siano molti: la crisi per l'età che avanza, il fatto che in fondo i due amanti non si conoscano e allora basta una collana apparentemente scomparsa a scatenare una crisi: una notte in cuoi Adriana pensa che Mohamed l'abbia raggirata, una notte in cui emergono le sue paura di donna, la paura che lei stessa ha nei suoi confronti a causa della sua età che fatica ad accettare. La sceneggiatura proprio in questi momenti interviene con colpi di scena che demoliscono il pregiudizio che è alla base del momento critico. A volte battute brevi e concise rendono molto bene alcune forme di pregiudizio, come quando Maria Ida per “distrarre” Adriana la porta a ballare e ricorda il suo stupore quando da bambina vedeva i genitori ballare: in questo momento con tono rassegnato e critico Adriana ricorda che “i genitori non ballano, non ridono troppo e non fanno l'amore”. L'egoismo dei figli viene esplicitato e demolito con questa semplice battuta e il ballo scatenato e disperato di Adriana.

Consiglio cerca tutti i pregiudizi che possono emergere nella situazione raccontata e dunque se Mohamed non è accettato dalla famiglia di Adriana, lo stesso accade a Tangeri dove la donna ingoia un piatto di couscous in un silenzio imbarazzante con un insostenibile gioco di sguardi di disapprovazione. La provenienza di Mohamed allo stesso tempo è un ostacolo anche per i colleghi dell'ospedale, per gli amici e per la figlia di Adriana: nessuno riesce a crede che un ragazzo marocchino di trenta anni possa essere veramente innamorato di una donna di sessanta anni.

La regia elegante e aderente alla realtàè ricca di lunghi primi piani che esaltano la prova di Ariane Ascaride alla difficile prova con la recitazione in italiano. Per una volta il doppiaggio non arriva a deturpare una parte del film. L'amore non perdona mantiene tutte le lingue originali ed è parlato in italiano, francese e arabo, e non sarebbe potuto essere altrimenti: il primo punto d'incontro tra Adriana e Mohamed è la lingua francese che permette al ragazzo che ancora non parla bene l'italiano di trovare un volto e un suono familiari. Gli occhi della Ascaride, i suoi sorrisi e le sue espressioni di collera e esasperazione sono un elemento fondante del film: l'attrice francese è il perno attorno al quale ruota L'amore non perdona e quello di Adriana è un personaggio femminile complesso e affascinante che merita un'attenzione particolare.

L'amore non perdonaè un film fondante all'interno di un percorso di analisi della realtà italiana con lo scopo di aggirare e demolire pregiudizi, ogni forma di razzismo e di falso moralismo.

Alice Casalini

L'amore non perdona (L'amour ne pardonne pas)
Regia: Stefano Consiglio; sceneggiatura: Stefano Consiglio, Domenico Rafele; fotografia: Francesco Di Giacomo; musiche: Nicola Piovani; montaggio: Silvia Di Domenico; interpreti: Ariane Ascaride, Helmi Dridi, Francesca Inaudi, Carmine Maringola, Stefania Montorsi, Antonia Truppo, Claudio Bigagli; origine: Francia/Italia 2015; durata: 85'; produzione: Bibi Film, Babe Film con Rai Cinema; distribuzione: Parthénos; sito ufficiale: https://www.facebook.com/pages/Lamore-non-perdona-di-Stefano-Consiglio/1402033296779135?sk=timeline

Fermare la strage. Subito!

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Noi di Cinemafrica aderiamo all'appello e alla manifestazione romana per dire basta al genocidio nel Mediterraneo

***
21 aprile 2015
Giornata di mobilitazione nazionale

A Roma l'appuntamento è dalle 17 in Piazza Montecitorio!

In una settimana più di mille morti in due stragi annunciate. Stragi che hanno responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi dell'UE (compreso quello italiano) che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte. Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere non si fermeranno le stragi come dimostra quest'ultima tragedia con più di 900 morti avvenuta a poche ore da quella che ha portato a morire altre 400 persone. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare.

Non c'è più tempo da perdere. Si aprano subito vie d'accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte. Il governo italiano, in attesa dell'intervento europeo, assuma le sue responsabilità e riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio. Chieda contemporaneamente all'UE di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo. Si sospenda il regolamento Dublino e si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l'accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi.

Questi morti non consentono più rinvii, basta con le parole che non si traducono in azioni concrete e immediate. Erano persone in carne e ossa. E invece sembrano fantasmi.

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Sempre per chi è a Roma, mercoledì 22 c'è un'altra mobilitazione:

MORIRE DI SPERANZA - Veglia per le vittime del naufragio

Gli Universitari e i Giovani Solidali della Comunità di Sant'Egidio hanno deciso di invitare tutti i cittadini di Roma e non solo a pregare dopo la tragedia del Canale di Sicilia.

Un momento in cui tante fiamme delle candele che verranno accese accompagneranno il dolore di tanti.

La veglia avrà luogo di fronte la Basilica di San Lorenzo a Piazzale del Verano con inizio alle 19.45

Al termine dell'incontro, come gesto concreto a servizio dei più bisognosi, verrà organizzata la distribuzione itinerante di strada di coperte e pasti ai senza tetto di Roma.

Info:3348135420

Cannes: Ayouch alla Quinzaine

Nabil Ayouch, talentuoso cineasta e nome di punta della nuova generazione di cinema marocchino che si è rivelato negli anni Novanta con Ali Zaoua, sarà presentato a Cannes selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs.
Il suo ultimo film, Much Loved, è una sorta di melodramma sociale in cui si intrecciano le storie di quattro prostitute che vivono ai margini della società e si confrontano in maniera complessa con le proprie famiglie.

[Maria Coletti]

Rokia Traoré in giuria a Cannes

La cantante e compositrice maliana Rokia Traoré farà parte della giuria ufficiale del Festival di Cannes, presieduta dai registi Joel & Ethan Coen.

Rokia Traoréè ritenuta una delle nuove regine della musica africana, un'artista che trae la propria linfa vitale dall'incontro fra tradizione e modernità e una delle star più richieste dai festival europei.
Il suo maestro è stato il grande musicista Ali Farka Touré, le sue canzoni mescolano sapientemente la musica tradizionale del suo paese d'origine con influssi più moderni, che vanno dal pop internazionale al blues, dal jazz all'elettronica. La maggior parte delle sue canzoni sono cantate nella sua lingua nativa, i temi dei suoi testi sono di un'attualità anche coraggiosa, come quando parla della status della donna nell'Africa di oggi. La musica di questa straordinaria cantautrice del Mali, piena di gioia e di ritmo, non rinuncia ad essere portatrice di forti contenuti sociali.

[Maria Coletti]


Come un uomo sulla terra in streaming gratuito fino al 26 aprile

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Riceviamo e pubblichiamo, aderendo di cuore a questo appello. Un'occasione per capire cosa davvero succede fra il deserto e il mare, attraverso un documento prezioso che èCOME UN UOMO SULLA TERRA...

***

Oggi giovedì 23 aprile, si riunisce il Consiglio UE d'urgenza per affrontare l'emergenza immigrazione, dopo le ultime tragedie del Mediterraneo. Crediamo che questo Consiglio dovrebbe avere il coraggio di partire dalla memoria e dal riconoscimento di responsabilità. Non siamo di fronte ad un'inaspettata casualità, ma siamo al punto di crisi di un processo di oltre 15 anni.

Per chi ha potuto ascoltare e capire le storie delle migrazioni attraverso il Mediterraneo in questi anni, è sin troppo chiaro che la crisi umanitaria attuale è legata alle scelte securitarie e repressive sviluppate dai paesi europei, che hanno preferito finanziare polizie e milizie nord-africane, libiche in particolare, invece di capire le scelte e i diritti degli esseri umani in fuga.

Le parole d'ordine “non possono venire tutti qui”, “dobbiamo fermarli prima che arrivino”, “lotta all'immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani” hanno prodotto la costruzione di un tappo che non ha permesso di affrontare le cause delle migrazioni e che ha aumentato la pressione fino a renderla ingestibile. I trafficanti che oggi l'Europa continua a mettere al centro della propria azione repressiva, sono frutto della miopia di quel tappo. Hanno acquisito un potere enorme grazie all'essere gli unici referenti di persone in fuga. Per lottare contro di loro bisogna capire come dialogare con chi decide di partire. Altrimenti non si fa altro che aiutarli a crescere nel loro potere e nella loro violenza.

Per provare a capire cosa è successo e cosa abbiamo sbagliato, ci sembra molto utile proporre in queste ore la visione gratuita on-line di COME UN UOMO SULLA TERRA. Nel 2008 il film ha denunciato non solo l'atrocità della polizia e dei contrabbandieri libici nei confronti dei migranti, ma sopratutto il sostegno economico e logistico dell'Europa e dell'Italia che, pur avendo le informazioni su questa violenza, preferivano stare in silenzio. Se l'Europa avesse ascoltato i testimoni di quei racconti, avrebbe fermato la costruzione di centri di detenzione e le operazioni di deportazione che hanno dato potere al business dei ‘'trafficanti''. Invece si è scelto di non vedere e di sperare che le politiche di chiusura funzionassero da deterrente per chi invece continua a viaggiare perché non ha più nulla da perdere.

Riascoltare queste testimonianze oggi fa male, perché ormai sembra essere troppo tardi. Ma è necessario, perché solo dall'assunzione di responsabilità può partire un cambiamento radicale di questa terribile storia europea.

Chiediamo che l'Europa costruisca tutti gli sforzi possibili per rendere accessibili vie di fuga e di emigrazione legali, sicure e protette, unica strada per minare alla base il potere dei trafficanti e per dare una risposta alle urla di chi non sceglierà mai di rimanere a casa, mentre la propria vita è in pericolo o non ha alcun orizzonte di crescita. E chiediamo che a questo si affianchino progetti di distribuzione dell'accoglienza, in modo tale che il peso di questo processo non gravi solo su alcuni paesi e zone del continente.

Andrea Segre e Dagmawi Yimer Associazione Culturale ZaLab - in collaborazione con Archivio Memorie Migranti

Clicca qui per lo streaming gratuito:
http://www.zalab.org/pagina-it/71/#.VTjEWNLtmkp

Jonas Carpignano alla Semaine de la Critique

L'opera prima di Jonas Carpignano, Mediterranea, è stata selezionata al prossimo Festival di Cannes, dove sarà presentata in prima mondiale nella Semaine de la Critique, sezione generalmente focalizzata sulla scoperta di nuovi talenti.

Il lungometraggio Mediterranea nasce dalla rielaborazione di un precedente cortometraggio di Carpignano, A Chjana, e narra la storia di un giovane del Burkina Faso che decide di emigrare in cerca di un futuro migliore, compie il periglioso viaggio verso l'Italia, per scoprire infine di essere impreparato all'intolleranza con cui vengono accolti gli immigrati nel nostro paese.

Jonas Carpignano – un italoafroamericano o un italoamericano birazziale come si definisce, nato da padre italiano e madre afroamericana e vissuto fra New York e Roma - appartiene alla schiera dei talentuosi registi afrodiscendenti che vivono in Europa e in Usa, e la sua propria storia racchiude simbolicamente quella dell'Italia del XXI secolo, che si fatica ad accettare, ma è già realtà.

A questo link è possibile leggere in inglese una presentazione del film e una interessante dichiarazione del regista:

http://blogs.indiewire.com/shadowandact/jonas-carpignanos-feature-film-debut-mediterranea-is-a-cannes-international-critics-week-selection-20150420

Qui invece è possibile vedere il trailer del cortometraggio A Chjana, da cui Jonas Carpignano è partito per realizzare il suo lungometraggio di debutto:

https://www.youtube.com/watch?v=sY6ea5SMQjY

[Maria Coletti]

Lamb: primo film etiope a Cannes

Tra i film che si sono aggiunti alla selezione ufficiale del prossimo Festival di Cannes, anche l'opera prima di Yared Zeleke, Lamb, nella sezione Un certain regard, il primo film dell'Etiopia ad essere selezionato ufficialmente a Cannes.

L'Etiopia non ha una grande storia dal punto di vista cinematografico: fra i nomi internazionalmente noti ricordiamo, fra i padri fondatori del cinema etiope, Haile Gerima (Harvest: 3,000 Years, 1976; Sankofa, 1993; Adwa - An African Victory, 1999; Teza, 2009), che si è trasferito negli Usa negli anni Settanta, mentre tra le recentissime produzioni si è distinto Zeresenay Mehari con il suo Difret, presentato nei festival internazionali e uscito anche in Italia.

E' dunque con grande curiosità che aspettiamo di vedere Lamb, film prodotto dalla casa di produzione etiope Slum Kid Film, fondata da Ama Ampadu, un racconto di formazione che ruota attorno alla storia di Ephraim, un bambino di 9 anni inseparabile dalla sua pecora Chuni. Un affetto profondo, che aumenta nel ragazzino dopo la morte della madre e il suo conseguente trasloco a casa di parenti, in una zona più verde e meno afflitta dalla carestia. Ma Ephraim non si adatta e quando lo zio gli chiede di uccidere Chuni, in occasione di una festa, cerca di escogitare una soluzione per salvare la pecora e tornare da suo padre.

[Maria Coletti]

FCAAAL 2015: 25 anni attraverso gli schermi del Sud

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Siamo lieti di collaborare anche quest'anno come Media Partner con la 25a edizione del Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina di Milano (FCAAAL 2015), che prevede la proiezione di circa 60 titoli in 7 sezioni: più di 800 film visionati, 30 prime nazionali, 3 prime europee e 1 prima mondiale.

Punto d'incontro per gli ospiti e il pubblico, il Festival Center ospita mostre, iniziative, occasioni d'intrattenimento e di relax ispirati alle culture di Africa, Asia e America Latina, con uno spazio bar gestito dall'Associazione Sunugal. Accanto alla programmazione cinematografica il Festival proporrà quest'anno, al Festival Center, che inaugurerà sabato 2 maggio alle ore 12.30, anche due mostre fotografiche: Les Classes Moyennes en Afrique, reportage del pluripremiato fotografo Joan Bardeletti; Thousandpeople dell'artista Emanuele Timothy Costa che sarà presente al Festival Center con la sua Elettra4T, un'attrezzatura innovativa e autoprodotta che ottiene un'esposizione eccezionale senza ombre e fissa il soggetto estrapolandone la bellezza. I visitatori della mostra saranno parte integrante del progetto di Timothy: chiunque vorrà potrà farsi ritrarre e diventare protagonista di questo progetto in continua evoluzione.

Al Festival Center torna anche l'appuntamento con L'ora del tè, momento informale in cui i registi ospiti si raccontano al pubblico sorseggiando i tè delle diverse culture. Venerdì 8 è previsto un incontro con il regista e presidente della giuria Abderrahmane Sissako.

Nel Concorso Lungometraggi “Finestre sul Mondo”, diversi sono i titoli di registi africani o afrodiscendenti: Lonbraz Kann di David Constantin (Mauritius); The Narrow Frame of Midnight di Tala Hadid (Marocco/Francia/Qatar/UK); Meurtre à Pacot di Raoul Peck (Haiti); Le Challat de Tunis di Kaouther Ben Hania (Tunisia/Francia).

Nella sezione Eventi Speciali “Flash” da non perdere invece il film L'oeil du cyclone di Sékou Traoré (Burkina Faso), premiato con l'Etalon de Bronze all'ultimo Fespaco: Emma, avvocatessa di successo, accetta una causa già persa, la difesa di un ribelle, bambino soldato divenuto ormai adulto, che si è macchiato di crimini efferati. Le autorità vogliono giustiziarlo e si sta preparando un falso processo. Emma non si ferma davanti alle apparenze e vuole conoscere di più sulla vita di quell'uomo e sui crimini di cui si è macchiato.

Interessante anche quest'anno inoltre la selezione di film italiani nel Concorso Extr'A, tra cui molti titoli che si confrontano con la migrazione dall'Africa o con uno sguardo aperto e attento a un continente in movimento: Asmarina di Medhin Paolos e Alan Maglio; L'infedele di Angelo Loy; Limbo di Gustav Hofer e Matteo Calore; Looking for Kadija di Francesco G. Raganato; Il mare di Guido Nicolás Zingari; Mare bianco di Alessandro Renda; The March of the Gods: Botswana Metalhead di Raffaele Mosca; Umudugudu! Rwanda 20 ans après di Giordano Cossu; Yema e Neka di Matteo Valsecchi.

Una nuova sezione retrospettiva “Africa Classics” sarà invece inaugurata quest'anno per celebrare i 25 anni di Festival e sarà dedicata ai maestri del cinema africano: una selezione d'eccezione di capolavori classici della cinematografia africana in versione restaurata da The Film Foundation di Martin Scorsese nell'ambito del World Cinema Project e distribuiti dalla Cineteca di Bologna. Questi i film che sarrano presentati in versione restaurata: Come Back, Africa di Lionel Rogosin; Al Momia (The Night of the Counting Years) di Shadi Abdel Salam; El-Fallâh el-fasîh (The Eloquent Peasant) di Shadi Abdel Salam; Touki Bouki di Djibril Diop Mambéty; Transes di Ahmed El Maanouni; Borom Sarret di Sembène Ousmane.

Torna anche quest'anno la sezione Concorso dedicata ai Cortometraggi Africani: la sezione ospita 10 brevi film (fiction e documentari) realizzati da registi provenienti da tutta l'Africa. La sezione ha l'obiettivo di promuovere i giovani registi africani ai loro primi passi nel cinema e di mostrare le nuove tendenze e le sperimentazioni del documentario e della fiction.

La terza edizione di "Films that Feed" sarà invece dedicata alle tematiche EXPO 2015, che è divenuto il claim e il focus di questa 25a edizione che ricade nell'anno dell'Esposizione Universale a Milano: EXPO 2015 Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita.

Infine, la sezione "Il Razzismo è una brutta storia" raccoglie e premia i film selezionati al festival che affrontano in maniera critica e costruttiva i temi delle discriminazioni su base razziale, dei diritti di cittadinanza e delle migrazioni. Sabato 9 maggio alle ore 10.00, in libreria laFeltrinelli di Via Manzoni 12, gli studenti delle scuole secondarie e il pubblico assistono alla proiezione di alcuni momenti significativi dei film più votati dalla Giuria "Il Razzismo è una brutta storia" alla presenza dei registi. La Giuria è composta dai giovani dello Spazio Università del Festival, da rappresentanti dell'Associazione Il Razzismo è una brutta storia e delle librerie laFeltrinelli. Il pubblico potrà discutere con i registi.

Ecco i film che concorrono al premio "Il razzismo è una brutta storia".

Dal Concorso Cortometraggi Africani:

4 avril 1968 di Myriam Gharbi, Francia/Guadalupe, 2014, 24'

Discipline di Christophe M. Saber, Svizzera/Egitto, 2014, 12'

Lazy Susan di Stephen Abbott, Sudafrica, 2015, 10'

Dal Concorso EXTR'A:

L'infedele di Angelo Loy, Italia, 2014, 56'

Limbo di Matteo Calore, Gustav Hofer, Italia, 2014, 56'

Mare bianco di Alessandro Renda, Italia, 2014, 53'

Asmarina di Alan Maglio, Medhin Paolos, Italia, 2014, 69'

Gas Station di Alessandro Palazzi, Italia, 2014, 15'

Sexy Shopping di Antonio Benedetto, Adam Selo, Italia, 2014, 17'

Yema e Neka di Matteo Valsecchi, Italia, 2015, 30'

Qui il programma completo del festival in pdf: http://www.festivalcinemaafricano.org/new/media/2015/04/COEprogr2015.pdf

Per ogni ulteriore informazione

COE – Centro Orientamento Educativo
tel. 02 6696258
www.festivalcinemaafricano.org; www.coeweb.org
email: festival@coeweb.org

Ufficio Stampa: Studio Sottocorno – Lorena Borghi
tel. 02 20402142 cell. 348 5834403;
Festival Center: 342.9629341
email: studio@sottocorno.it; lorenaborghi@gmail.com

A Cannes Classics anche La Noire de...

Un altro prezioso tassello si aggiunge al puzzle africano presente al Festival di Cannes 2015: la versione restaurata di La Noire de... di Ousmane Sembene, regista senegalese e padre del cinema africano, "doyen des doyens", sarà infatti presentata all'interno della sezione Cannes Classics.
Il film è stato restaurato dalla World Cinema Foundation di Martin Scorsese in collaborazione con Cineteca di Bologna, Sembene Estate, Ina, Eclair Laboratoires e CNC, mentre le lavorazioni sono state effettuate presso l'Immagine Ritrovata.
La Noire de..., presentato a Cannes nel 1966 dove vinse il Premio Jean Vigo, è una forte parabola sul lato oscuro delle indipendenze africane e della cooperazione francese e insieme della condizione femminile.
Interessante a questo riguardo anche il ritratto-intervista alla protagonista del film, "prima attrice africana", Mbissine Diop, uscito su Le Monde:
http://www.lemonde.fr/afrique/article/2015/04/09/mbissine-therese-diop-les-blessures-de-la-premiere-actrice-africaine_4612456_3212.html

[Maria Coletti]

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